“Progredire”
Andare avanti, crescere, incrementare.
Andare avanti, crescere, incrementare.
Capacità di migliorare le proprie condizioni.
Che venga riferito al proprio stile vita, al lavoro, o semplicemente a un passatempo.
Che venga riferito al proprio stile vita, al lavoro, o semplicemente a un passatempo.
Per progredire bisogna però alimentare e tenere vivo il motore delle proprie azioni affinché ci si senta motivati a non tenere i propri occhi fissi sui propri piedi ma giusto mezzo metro più avanti in modo che possano vedere e desiderare il passo che non è ancora stato fatto e dopo quello un altro.
Si cresce, si impara, si sbaglia e si va avanti accumulando tecnica, esperienza, capacità.
Si cresce, si impara, si sbaglia e si va avanti accumulando tecnica, esperienza, capacità.
Ritengo però che siano tanti i pericoli e i fraintendimenti che possono essere legati all’atto del progredire.
Uno su tutti non considerare che progredire ha un prezzo e il prezzo è pagato con quello che abbiamo lasciato indietro per ottenere quello che crediamo essere un miglioramento.
Qualcosa prendiamo, qualcosa lasciamo.
E quando capiamo questo dobbiamo domandarci se abbiamo davvero realizzato un progresso o se ci siamo solo illusi di questo.
Ad esempio oggi siamo connessi con milioni di persone ma non ne conosciamo nessuna.
È’ un progresso se vogliamo che le nostre idee arrivino lontano e il più in fretta possibile ma lo è se non abbiamo nulla da dire e se esponiamo solo la nostra ignoranza?
Oggi possiamo visitare tutti i posti del mondo arrivando sul posto in pochissimo tempo.
E’ un progresso se siamo affamati e vogliosi di conoscere costumi, usanze e quell’umanità che intravediamo da una tv ma lo è se questo porta la peggior specie di uomo a fruttare a basso costo delle ragazzine in Asia?
Oggi possiamo avere tutto quello che vogliamo ordinando seduti da casa e pagando con una carta.
È progresso perché comodamente possiamo dedicare più tempo a ciò che ci piace senza dover perdere giornate in giro a cercare per negozi ma lo è se questo porta alla sofferenza piccoli negozianti e ci porta a consumare cento volte più di quello di cui abbiamo bisogno gravando sulle spalle di chi fabbrica e distribuisce i nostri beni in condizioni disumane?
Il prezzo dell’iper connessione è la solitudine.
Il prezzo della comodità è la svalutazione del nostro tempo.
Il prezzo dell’abbondanza è lo sfruttamento.
È vero progresso?
E se progresso fosse ben altro?
Ritrovare valori passati di moda, equilibrio, conquiste fatte con fatica, non avere tutto a portata di mano?
Non lo so.
Nel dubbio prima del prossimo passo controllo di avere almeno le scarpe adatte.