Montefalco: Viva la gente che sorride e il buon vino che l’aiuta.

Montefalco: Viva la gente che sorride e il buon vino che l’aiuta.

Rocchette. Ore 02:00

Ci troviamo all’agriturismo “il Merangolo” e stiamo impazzendo di sonno.
Armando “Taccisua” Serafini s’è beccato la stanza singola.
Io e Pablo Raster dobbiamo dividere un letto matrimoniale.

Io russo. Lui russa.

Questo significa che il primo che si addormenterà riuscirà a riposare, l’altro sarà fottuto per il russare di chi ha preso sonno prima. Mi spiego? No? Mi spiego meglio allora!

Quando devo arrivare primo in qualcosa, divento competitivo. Se divento competitivo mi sale l’adrenalina.
Notoriamente l’adrenalina non aiuta a rilassarsi, anzi… quindi?
Quindi fare a gara a chi si addormenta prima è una sfida che perdo sempre.
Lui si addormenta. Io sto con gli occhi sbarrati a contare i puffi che danno fuoco ai fienili fino alle 3 e mezza di notte.

La sveglia è alle 6:00. Cazzarola.
La tappa di oggi infatti prevede una visita e un concerto a una delle più importanti aziende vinicole dell’Umbria. La “Arnaldo Caprai”.

Alle 10 è prevista una passeggiata e all’una il concerto ERGO abbiamo dormito 2 ore per arrivare in tempo.
Tutto sommato ci svegliamo freschi e con tanta voglia di fare strada.
Salutiamo il “merangolo” che ancora sonnecchia e partiamo. 

Un cappuccino lungo la strada. Io faccio il capofila ma a un certo punto mi vedo sfrecciare Pablo e Armando davanti forse stanchi della mia andatura rilassata.

E’ zona di Pablo, meglio che vada avanti lui.

Arrivati all’azienda ci accolgono Irene, Giulia e un panorama sui vigneti tutti attorno che ci rimettono in pace con la mattinata iniziata troppo velocemente.

Visitiamo dentro, ci incantiamo di fronte ai vini e all’ordine del luogo. Si respira grande organizzazione.
Di quelle che rendono certe aziende “eccellenze” italiane.

Noto anche un angolo giochi per i bambini. Inevitabilmente partono le battute facili sui genitori ubriachi che poi li abbandonano li.

In realtà, durante la giornata, mi rendo conto di quanto fosse sbagliato quel pensiero anche grazie a Irene che ci spiega l’arte dell’assaggio e della degustazione.

Io e armando ascoltiamo le sue spiegazioni con la diligenza di due bambini secchioni di seconda elementare ma perdiamo completamente il controllo sul termine “tannico” che, non avendo capito, usiamo a sproposito e immotivatamente per tutta la giornata.
L’apice lo raggiungiamo quando Armando pubblica uno status su facebook in cui dichiara di sentirsi “tannico” e io inserisco il suddetto termine in praticamente tutte le introduzioni alle canzoni.

Arrivano persone.
Oggi per la prima volta, non farò trekking da solo.
A dire il vero chiamarlo trekking è decisamente esagerato.
Si tratta più che altro di una passeggiata istruttiva tra i meravigliosi vigneti.
Ci sono con noi anche due bimbette piccole alle quali ho regalato due braccialetti che si sono sfilate dopo due secondi e mezzo.
Si parte.
Passi piccoli, leggeri, senza peso. In sincrono con la natura attorno.

Irene ci spiega il processo produttivo, la cura, i dettagli, la storia di quei vigneti e del vino che producono.
Io sono un po’ distratto dalla vista mozzafiato ma mi prometto di tornare quando non avrò altri pensieri per la testa.

Ci aspetta un abbondante aperitivo e qualche assaggio, poi si canta.
Io butto giù non so quanti caffè.
Il relax, il vino, la notte con poco sonno sono un pericolo per il concerto.
Alla fine aderiamo al momento intimo e suoniamo come tra amici.
Chiacchiere, musica, e qualche scambio di idee.

La giornata termina. Salutiamo i nuovi amici e Irene.
Decido di tornare verso casa ma la tentazione di fermarmi tra i borghi dell’Umbria è fortissima: Spello, Assisi…
resisto solo per l’esigenza di recuperare sonno e per un dolore alla coscia che non mi permetterebbe di camminare molto.

Felice di questa due giorni. Mi riprometto di tornare presto.

Viva la gente che sorride e il buon vino che l’aiuta.

Alla prossima.
Carlo

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