Parco Urbano Santa Lucia: Casa, famiglia e “scuzzuneddi”.

Parco Urbano Santa Lucia: Casa, famiglia e “scuzzuneddi”.

E’ vero!
Ci sono artisti che costruiscono i loro fortini. Una cosa giustissima: pub, live club, locali in cui esibirsi spesso. Anche troppo. E’ una cosa sacrosanta.
Ti aiuta a creare quello zoccolo duro di affezionati che ti segue, ti sostiene, che conosce i tuoi pezzi e da cui spesso partono i propri successi.
E’ veramente una cosa santissima da fare, infatti non l’ho mai fatta. Giusto per essere sempre ostinatamente sulla strada sbagliata, ho sempre prediletto il nomadismo.
Andare in posti in cui proprio non m’hanno mai visto.
La bellezza della sfida di un cantautore è questa: Esporsi senza concedersi la possibilità di un consenso facile fatto di amici che ti vogliono bene.

Ammetto però che mi manca ogni tanto avere le coccole di chi ti segue e ti vuole bene.
Poi mi rendo conto però che per me questo è più un atteggiamento di chi cerca una tifoseria e un pubblico. La gioia della conquista o la delusione del fallimento. Sincero. Ribadisco però, mi manca e quindi ogni tanto faccio il pieno anche io.

Stasera ho il colpo facile. Gioco in casa. Amici e parenti. Cosa che si ripeterà per tutti i tre giorni in Sicilia.

Tornando indietro di qualche ora, non posso non annotare il passaggio dello stretto.
Spesso dico questo: “Il passaggio dello stretto è un momento che un siciliano non sa spiegare e un italiano non può capire…”

Provo a spiegarlo? La frenesia di quei pochi chilometri che ti fanno dire “sono a casa”, l’incazzatura per quelle 40 euro per un passaggio in mare, il rituale dell’arancino da mangiare (ahimè non più buono come un tempo), quel conoscere ogni punto che gli stranieri indicano con le loro dita. Niente. Non si può spiegare!

Bacio Mamma, Bacio sorelle, saluto mascolinamente i miei enormi nipoti e mio fratello.

Mia mamma giusto per non appesantirmi mi fa trovare i miei 500 grammi di rigatoni al ragù che levatevi di mezzo non ne lascio a nessuno. Ovviamente c’è anche secondo, frutta e dolce.
Monta la competizione con mio nipote Leonardo ma poi ci rendiamo conto che non potremmo mai riuscire a finire quel “giusto un pò” di bendidio e ritorniamo dei gentiluomini d’altri tempi.

Mare!
Si lo so sono qui per suonare ma me ne vado a mare.
Mosso e sporco.
Mi sposto verso Milazzo. Mi tuffo in una zona finalmente più pulita. Amen. Chi s’è visto s’è visto.

Sono cresciuto a 50 metri dal mare e ora che vivo a Prato ritengo IMMORALE fare un’ora di strada per fare un bagno. Quindi me lo godo.

Sera. Incontro Franco dell’associazione Mediterranèo.
Da una vita organizzano eventi musicali piccoli e grandi. E’ gente attiva, gente che tiene viva la musica. Li apprezzo.

Mi portano al parco urbano e mi fanno vedere dove mi faranno suonare. Una specie di stalla con due mucche (giuro) già dentro.
Ovviamente partono le battutacce sulle coriste vacche.

Stasera suono da solo. Chitarrina e voce.
Tra il pubblico la mia famiglia e con immensa gioia, anche quelli che noi più “anziani” tra gli artisti di Barcellona, chiamiamo “scuzzuneddi”.
Una meravigliosa generazione di musicisti ognuno con il suo progetto.
Alcuni di loro, a 18 anni, hanno vissuto il primo vero tour col sottoscritto.
Me lo riconoscono, ne sono felice. Cosa rara. Li adoro per come vivono la musica.
Vorrei dire loro di non ghettizzarzi come forse abbiamo fatto noi “più grandi”.
Di condividere progetti e uscire, affrontare situazioni sconosciute, pericolose, di non creare troppi fortini. Alla fine decido di non fare lo zio della situazione.
Stanno già facendo una buona strada. Non posso che continuare a seguirli e volergli bene. Fratellini.

La serata scorre tranquilla. Dopo ne approfitto per visitare la sede dell’associazione che mi ha ospitato.
Un angolo per organizzare, rilassarsi e trascorrere dei momenti.
Tutto intorno c’è il tipico casino di chi fa le cose. Diffidate dalle sedi in ordine. Vuol dire che non si fa mai niente.

Franco mi regala una maglietta stupenda e io ricambio col mio cd. Abbraccio, saluto, torno a casa. Quella vera.

Mi concedo una deviazione a mare… Anni fa, quando vivevo in Sicilia era così: un bacio alla Mamma, un bacio alla ragazza e poi a mare a chiudere la giornata in un’intima conversazione tra e lui.

Anche stavolta è stato così.
Si, mi manca.

Carlo

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