Riempio lo zaino. Si riparte.

Riempio lo zaino. Si riparte.

Non scrivo sul Blog da un po’ di tempo. In realtà se non scrivo sul blog è un buon segno.
Significa che mi sono perso fra testi da sistemare, parole da scegliere, storie da valutare, accordi, cavi, microfoni, provini e tutta ‘sta roba buttata in una scatola da sistemare.

Da oggi riprendo.

I lettori più assidui, possono notare una diversa impostazione del blog. Più ordinato (spero).
Perché le cose scritte erano diventate tante e sembrava una scrivania piena di fogli sparsi a casaccio. Ecco, nuovo menù, nuovo archivio e nuovi spazi per i nuovi progetti.
Togliendo dalla vista quelli vecchi per non cadere nella tentazione di ripetere e diventare statici perché la parola “artista” (AR-) indica movimento, mutazione e io voglio tenerlo sempre presente questo. Dimenticando ciò che mi sono divertito a fare, ma che adesso va tenuto lontano dall’orizzonte, dietro le spalle.

Eccomi quindi, a comunicarvi nuove cose.

Lo dico sottovoce, come faccio spesso. Lo dico a chi mi segue e mi vuole bene e a chi non mi ha mai ascoltato una sola mia canzone perché incontrarsi è un arte riservata a chi sa camminare.
Lo scrivo qui, in un angolo del mio blog, che possa essere letto solo da chi ha voglia di cercare.
Perché amo rivolgermi sempre a chi ha voglia di cercare.

Ho iniziato i lavori per il nuovo album. Non è un annuncio da comunicato stampa. Viene molto prima. Da quando le canzoni sono solo embrioni chitarre (scordata) e voce (stonata) e senza filtri, vengono fatte ascoltare ad un ristretto gruppo di collaboratori, non perché le valutino – perché dai giudizi a tutti i costi e dai televoti, Dio mi salvi sempre – ma perché mi aiutino a rendere comprensibili le storie, spesso imbragate dalla difficile tecnica della sintesi.

Si, perché una canzone che non porta dentro una storia è una canzone inutile.
La mia intenzione è di riempire le canzoni di questo prossimo lavoro di persone, avvenimenti, fatti.
Ce ne sono di importanti in Italia, magari poco conosciute, ma importanti. Storie che vi presenterò piano piano man mano che i pezzi prenderanno forma dopo essere state “vestite” dai membri del “collettivo Sindrome di Peter Pan”.

Come al solito mi divertirò, mi butterò nell’ironia, nell’autoironia (perché è molto meglio ridere che prendersi sul serio), ma ci sarà spazio anche per la cronaca, per la denuncia, per la pura osservazione, che spero possa arrivare a proporre – non provocare – un dibattito o almeno una riflessione.

Non passerà molto tempo. Forse solo un paio di mesi. Non sarà “a rate” come “7 briciole lungo la strada” ma non avrà nemmeno un’uscita classica come discografia comanda.

Titolo? Date? Musicisti?

Accompagnatemi, se vi va.
Riempite i vostri zaini e camminiamo insieme. Conoscerete le storie dietro le canzoni del prossimo album e tutto quello che c’è da sapere.

Che la pace SIATE voi

Carlo

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