Se mi date 60 secondi, vi porto a vedere il mondo!

Se mi date 60 secondi, vi porto a vedere il mondo!

Mi concedete un minuto? Solo 60 secondi, cosa volete che siano…

In fondo cosa possiamo fare in 60 secondi? Vestirci? Conoscere qualcuno? Preparare da mangiare? Portare a termine un lavoro? Troppo poco il tempo, anche se la nostra epoca ha velocizzato, esageratamente, la nostra quotidianità.

Quindi, non fatevi pregare, concedetemi questi 60 secondi. Voglio portarvi con me a fare il giro del mondo!

Ce la faccio in un minuto, fidatevi. Com’è possibile? Eh no, a voi spetta fidarvi, a me non deludervi.

Pensateci un attimo: in un periodo storico dove, anacronisticamente, i politici dell’urlo, ci chiedono di fare un passo indietro verso la chiusura, quanto sarebbe bello fare un passo avanti verso la scoperta?

Io sto andando. Il 7 aprile parto.

Voglio toccare con mano il concetto di diversità in un epoca in cui tutti, in un modo o nell’altro, siamo connessi a gente che non pensiamo nemmeno possa esistere.

Non credete? Pensate sia un discorso troppo etereo? Facciamo così, Andiamo al concreto: guardatevi un momento attorno, frugate in tasca, aprite il frigo. Da dove vengono i minerali che fanno funzionare il vostro smatphone, e i vostri jeans? chi fa la sabbiatura? Chi incolla le vostre scarpe? Avete aperto il frigo? Gli oli, il cacao, i coloranti, chi li produce? Chi trasporta queste cose? Quante mani hanno toccato, le cose che avete attorno? in cambio di cosa?

Quante storie si stanno svolgendo tra sorrisi, fatica, lavoro, allegria, amore, in questo preciso istante? Quanto poco sappiamo coglierle, abituati a fotografare solo noi stessi?

Siamo così sicuri di vivere a compartimenti stagni nel 2015?

Ecco, io voglio fare questo gioco e lo faccio 60 giorni prima di lanciare il singolo di apertura del mio prossimo album, “60 secondi”. Perchè la musica è prima di ogni cosa osservazione e scoperta.

Partirò quindi, con 60 racconti brevi, da Calderà (piccolo borgo siciliano) il 7 aprile alle 20:16 e 00 secondi e proseguirò seguendo il fuso orario, raccontando altre scene che si svolgono a un solo secondo di distanza dalla precedente. Ogni secondo un paese diverso. Un esercizio di ricerca, di conoscenza e di apertura, realizzando e immaginando 60 “scene” che nel mondo, accadono nello stesso minuto. A volte cedendo la firma dei racconti, ad alcuni ospiti.

Questo è il mio modo di promuovere la mia musica.

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