Oltre… e tutto quello che c’è

Oltre… e tutto quello che c’è

Oltre non lo so cosa c’è.

La distesa è così vasta che lo sguardo rimbalza sopra come una pietra piatta sull’acqua. 3, 5, 7 forse 8 rimbalzi e poi giù. A fondo. Si ricomincia a lanciare. Tentativi destinati a essere unici, irripetibili e per questo indimenticabili.
I miei occhi come palline da ping pong impazzite su un tavolo azzurro. Traiettorie effettate e imprevedibili destinate comunque ad avere una fine. Un punto. Perso. Vinto. Non è importante.

Io oltre non lo so cosa c’è.

Per anni avevo fatto a meno di quel gigantesco fratello blu illudendomi di non avere bisogno di lui. Lui che aveva sempre tempo e pazienza per ascoltare i miei segreti e raccogliere i miei sorrisi e le mie lacrime. Abbandonato e ignorato forse per non sentirne la mancanza, oggi me lo ritrovo davanti docile, affettuoso, immenso. Un abbraccio infinito e tiepido a ricordarmi che posso solo immaginare, e non sapere, cosa c’è oltre.

Perchè oltre io non so cosa c’è.

Dovrei prendere una barca, magari come quelle colorate dei pescatori che c’erano sulla spiaggia di Calderà, quando da piccolo ci salivo sopra immaginando viaggi solitari alla scoperta di terre di cui non avrei raccontato a nessuno. Terre in cui avrei portato solo persone a cui volevo bene. Ero piccolo e “oltre” era un posto che raggiungevo ogni volta che volevo. Non come oggi. Oggi “oltre” è una meta piena di ostacoli ma comunque ambita. Non ci sono terre inesplorate, ci sono lembi di me che non ho ancora mai voluto scoprire.

Oggi “oltre” è una scommessa.

Una scommessa di cui non saprò mai il risultato. Un investimento del mio tempo, della mia vita. Una scelta in equilibrio tra bene e bello. Un meraviglioso partire senza arrivare, conoscere senza sapere, vivere senza ricordare e amare. Amare e morire. Perchè in ogni atto di amore c’è vita e c’è morte. C’è conquista e c’è rinuncia. C’è piacere e c’è dolore e pensare cosa c’è oltre è un viaggio che non si può pianificare. E’ fede. Speranza. Amore. Appunto.

Oltre io lo so cosa c’è.

O almeno lo immagino. Ci sono io che mi aspetto, che mi sorrido, che provo a volermi bene e mi perdòno. Perdòno la mia severità, la mia rigidità. Ci sono io che dopo un viaggio interminabile metto da parte paure, gelosie, mediocrità e illusioni. Buttate in acqua come zavorre. Io che mi inginocchio e affondo su una sabbia pura e calda , io che guardo da dove sono venuto e quale fatica ho fatto per varcare l “oltre” a cui adesso appartengo. Ma questo è quello che immagino non quello che so che c’è davvero.

Oltre c’è quello che cerco da sempre.

Ma in mezzo c’è questo ininterrotto movimento blu che mi tiene a bada ricordandomi che per andare oltre devo prima fare pace con lui. Con me stesso. Chiedere il suo aiuto. Chiedere il mio aiuto. Lasciarmi trasportare. Trasportarmi. Andare oltre.

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