Abbiamo tutto.
Ammettiamolo.
Abbiamo tutto.
Però, pensandoci bene, forse proprio il fatto stesso d’avere tutto ci fa mancare qualcosa.
Avendo tutto non abbiamo più la possibilità di poter fare una scelta.
Di scegliere.
Oggi abbiamo tutto. Tanto. Non abbiamo più bisogno di scegliere.
E facciamo fatica a rinunciare a qualcosa.
Lo abbiamo visto in questi giorni in cui siamo riusciti a paragonare le poche privazioni che abbiamo avuto con le guerre patite dai nostri nonni.
Lo abbiamo visto in questi giorni in cui siamo riusciti a paragonare le poche privazioni che abbiamo avuto con le guerre patite dai nostri nonni.
Certo, forse è anche positivo.
Ma io preferivo scegliere.
“Preferivo” sì, riferendomi al passato.
Sembra contorto il ragionamento.
Però io appartengo probabilmente all’ultima generazione che ha avuto la possibilità di scegliere comprendendo pienamente il valore di una scelta.
La stessa generazione incapace di spiegare a chi è venuto dopo, la bellezza di fare una scelta.
Vi ricordate il gettone telefonico?
Ne avevamo qualcuno in tasca. Se volevamo chiamare qualcuno dovevamo scegliere chi.
Su quale amicizia investirò questo gettone?
Quale voce è davvero importante che io senta adesso.
Molto, molto lontano dall’idea di inviare lo stesso messaggio a un’intera rubrica con un dito.
Abbiamo perso la possibilità di scegliere CHI è importante per noi e chi no.
Condannandoci ad eteree amicizie di chi compare e scompare nel tempo di una connessione.
I rullini, i rullini fotografici!
Avevamo 12, 24 scatti. Qualcuno in più se avevamo culo.
Lo stesso numero di scatti che oggi vengono usati con uno smartphone solo per far vedere quanti gradi ci sono nella nostra auto d’estate o come abbiamo fatto le uova in padella.
Quei rullini ci chiedevano di fare una scelta.
Cosa fotograferò di questo viaggio? Cosa voglio ricordare? Quale persona meriterà più di uno scatto per paura che uno solo venga sfocato?
Ci perdevamo tempo per portare a casa il miglior risultato possibile perché… era un ricordo da conservare e dovevamo sceglierlo.
Dovevamo dare importanza a qualcosa.
Perché scegliere significava mettere in ordine le cose.
Dalle più importanti in giù.
Amo l’idea di portare dentro l’educazione alla scelta.
Ancora oggi mi piace l’idea di avere solo un gettone al giorno da spendere per una telefonata importante.
Per chiedere “come stai?” a uno e solo uno.
A volte mi forzo a non scattare foto da mostrare e dimenticare subito dopo, ma solo ricordi da conservare.
Affronto un viaggio dicendomi che mi darò solo un tot foto da scattare
A volte mi costringo a pensare che il tutto che ho non varrà mai quanto la possibilità che mi do di scegliere tra una cosa e un’altra.